sabato 23 maggio 2015

LA SETTIMA DOMENICA DOPO PASQUA (24.05.2015)

 Il Vangelo della Domenica:

 Gv 17,1-13 :

La preghiera di Gesù

    Così parlò Gesù. Quindi, alzati gli occhi al cielo, disse: «Padre, è giunta l'ora, glorifica il Figlio tuo, perché il Figlio glorifichi te. Poiché tu gli hai dato potere sopra ogni essere umano, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato. Questa è la vita eterna: che conoscano te, l'unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo. Io ti ho glorificato sopra la terra, compiendo l'opera che mi hai dato da fare. E ora, Padre, glorificami davanti a te, con quella gloria che avevo presso di te prima che il mondo fosse.
   Ho fatto conoscere il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a me ed essi hanno osservato la tua parola. Ora essi sanno che tutte le cose che mi hai dato vengono da te, perché le parole che hai dato a me io le ho date a loro; essi le hanno accolte e sanno veramente che sono uscito da te e hanno creduto che tu mi hai mandato.Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per coloro che mi hai dato, perché sono tuoi. Tutte le cose mie sono tue e tutte le cose tue sono mie, e io sono glorificato in loro. Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e io vengo a te. Padre santo, custodisci nel tuo nome coloro che mi hai dato, perché siano una cosa sola, come noi.
    Quand'ero con loro, io conservavo nel tuo nome coloro che mi hai dato e li ho custoditi; nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si adempisse la Scrittura. Ma ora io vengo a te e dico queste cose mentre sono ancora nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia. 


  Commento

    Gesù sa che la sua missione sta per arrivare al  termine e prega il Padre per i suoi discepoli. Prega per loro perché possano continuare ad annunciare la buona notizia dell'amore di Dio per gli uomini. E ripete spesso le parole: la vita eterna. Cioè la vita senza fine, per sempre. Non sono le stesse parole che pronunciano gli innamorati reciprocamente? Non è forse il desiderio più profondo del cuore di ogni uomo che viene a questo mondo? Dietro tutte le cose che viviamo,  facciamo e diciamo non si nascondono forse queste parole come corollario ultimo e definitivo di una vita che cerca un senso da dare al tutto? 
     La vita eterna è questa: che conoscano te e il tuo Figlio, che Tu hai mandato. Conoscere Dio è una vera tentazione per l'uomo. Tutti i filosofi dell'antichità cercavano il principio ordinatore di tutte le cose e ognuno diceva la sua. A noi ci viene proposto Gesù come il Rivelatore del Padre. Se vogliamo conoscere il Padre dobbiamo conoscere Gesù. Ma non per sentito dire, ma esistenzialmente, cioè avere con Lui un rapporto ravvicinato come con un amico. Anche se Lui è ben di più. Strumenti per conoscere Lui ce ne sono forse anche troppi, ma la conoscenza vera Sua si fa attraverso la preghiera. Nella preghiera lo Spirito di Gesù ci rivela chi è Lui per noi, quale è la sua volontà e come dobbiamo essere noi nei confronti degli altri. Solo che c'è un piccolo problema: abbiamo noi tempo per pregare? Il ritmo della vita di oggi con i suoi tempi ci pressa, ci stressa e ci svuota di ogni desiderio di spiritualità. Stiamo diventando macchine senza accorgerci. Forse è proprio ciò che vuole il capitalismo selvaggio guidato la lupi rapaci sempre in cerca della preda per divorarla. Non lasciamoci divorare e diamoci del tempo per la ricerca di Dio nella preghiera. E lì, nel più profondo della tua anima che lo puoi incontrare e dirgli che lo ami e che lo vuoi servire nei tuoi fratelli. D'altra parte ci siamo mai chiesti come avvengono i miracoli delle conversioni? Sono proprio il frutto di un tocco di Grazia, di incontro con Colui che tutto può, che trasforma l'uomo dal di dentro.
   Gesù manda i suoi a far conoscere agli altri il suoi messaggio. Credo che sia la missione più alta e più nobile che un essere umano può ricevere in questa vita! Il problema è un altro: prima di farlo conoscere agli altri, questo messaggio di Gesù, lo devi vivere tu, in prima persona. E qui casca l'asino. Certo , senza l'assistenza dello Spirito Santo nessuno di noi sarebbe degno e capace di vivere ciò che annuncia agli altri.  Assistiamo oggi ad una grande carenza di vocazioni all'annuncio e quelli che sono gli apostoli, spesso sono stanchi, demotivati, scoraggiati. Stiammoli accanto e preghiamo per loro! Da soli non ce la possono fare, ma aiutati dallo Spirito e da noi, di sicuro si.
     Gesù prega per l'unità dei suoi discepoli. Essere uniti è una grazia, ma anche un impegno personale, in base al quale si mettono insieme le cose che uniscono e si tralasciano quelle che dividono. Assistiamo oggi ad un'infinità di chiese. Perché? Per la durezza del cuore dell'uomo e per la sua sete di potere, dimenticando che il mandato di Gesù è un mandato di servizio. Questo le varie gerarchie non devono mai dimenticare. Servire vuol dire mettersi a disposizione, essere a portata di mano gratuitamente e soprattutto non spadroneggiare sulle persone che si incontrano durante il proprio ministero. Quante ne ho viste durante la mia povera esperienza. Si incontra di tutto, tranne il servizio. C'è bisogno di un recupero di credibilità da parte della gerarchia della chiesa e questo non può avvenire senza un profondo radicamento in Cristo e il suo vangelo. Purtroppo non c'è altra via. Molti vorrebbero le scorciatoie perché più comode e facili, ma queste sono false piste. 
   Invochiamo lo Spirito di Gesù Risorto che ispiri i suoi apostoli di oggi ad essere fedeli al proprio mandato, trasparenti e cristallini come uno specchio, perché attraverso di loro Gesù possa guarire i cuori degli uomini di oggi, spesso feriti dal peccato e dall'indifferenza nei confronti dei valori veri, autentici, quelli che ci accompagneranno sempre verso la vita senza fine, la vita con Dio.

 P. Iosif