sabato 20 febbraio 2016

IL VANGELO DELLA DOMENICA (21.02.2016)

               Dal Vangelo secondo Luca 18,2-8


«C'era in una città un giudice, che non temeva Dio e non aveva riguardo per nessuno. In quella città c'era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: Fammi giustizia contro il mio avversario. Per un certo tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: Anche se non temo Dio e non ho rispetto di nessuno, poiché questa vedova è così molesta le farò giustizia, perché non venga continuamente a importunarmi». E il Signore soggiunse: «Avete udito ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà giustizia ai suoi eletti che gridano giorno e notte verso di lui, e li farà a lungo aspettare? Vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».

  Commento

Gesù c'invita a pregare sempre, e afferma che Dio fa giustizia prontamente ai suoi eletti che gridano giorno e notte verso di lui. Vi risulta? 

A me si; ma è importante capire come lo fa. 
Io vedo che il Signore agisce nella mia vita indicandomi la via da seguire per superare i problemi che incontro, usando la mediazione profetica. Non agisce in un modo magico, facendo sparire i problemi, le sofferenze e le ingiustizie; tanto è vero che la morte sussiste per tutti, ma m'invita a dialogare con lui e ad ascoltarlo, usando una persona, che può essere un sacerdote, ma anche un bambino, che in quel momento il Signore usa per parlarmi e aiutarmi. 
Non basta gridare. Quando la vedova ottiene l'attenzione del giudice, deve spiegargli il problema e poi ascoltarlo. Se per esempio gli chiede di fare una testimonianza in tribunale, raccontando ciò che le è accaduto, lo deve fare, poi lui farà il resto: ma lei prima deve fare la sua parte. 
Si sente dire: "Se Dio ci fosse non permetterebbe certe situazioni", oppure "dov'è Dio!". Sono grida che vengono fuori da una situazione di sofferenza, come le bestemmie; ma io me lo sono domandato seriamente se Dio c'è, e come agisce nella storia dell'umanità, per capire come può agire anche nella mia vita e nella vita di chi mi sta accanto? 
Il problema è che io vorrei fare tutto da solo: Gridare al Signore e poi rispondere al posto suo, perché se mi dice: "Ti parlerò tramite Tizio", io rispondo: "Non Signore, parlami direttamente, come facesti col tuo servo Mosè, perché io Tizio lo conosco, so già ciò che mi dirà, etc". La verità è che la rivalità mi dice: "Cerca di non dipendere da nessuno. Decidi tu, fai tutto da solo". Poi quando vado a sbattere dico: "Dov'è Dio?" 
Il Signore non mi chiede di fidarmi dell'altro, perché è vero che l'altro è quello che è, ma m'invita a fidarmi e ad ascoltare Lui, che mi parla tramite l'altro. 
Quindi il problema è di capire chi è questa persona e ascoltarla. Questo mi mette nel giusto rapporto con me stesso e con Dio, cioè un atteggiamento di umiltà. 
Signore aprimi all'ascolto e alla condivisione affinché io possa toccare con mano la tua disponibilità e capacità di aiutarmi!
P. Paul Devreaux
  • Currently /5

Nessun commento:

Posta un commento